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Tuesday, May 15, 2012

Chi genera nuove idee?

Attento osservatore del nascente capitalismo mitteleuropeo, Josef Alois Schumpeter descrive nel libro "Teoria dello Sviluppo Economico" il ruolo dell' imprenditore. Schumpeter conosceva bene Nietzsche e la descrizione dell' imprenditore ricorda quella del Superuomo. L' imprenditore con la sua forza creativa riesce ad imporre il nuovo e sovrastare le forze inerziali esistenti che a questo si oppongono. Più avanti con l'età, rifugiatosi ad Harvard durante gli anni del nazismo, Schumpeter osserva il grande capitalismo oligopolista statunitense. Lì, secondo Schumpeter, sono i grandi investimenti nei laboratori di ricerca e sviluppo delle multinazionali che generano innovazione. Insomma l'innovazione da atto di potenza del singolo, non prevedibile, estemporaneo si trasforma in processo sociale statisticamente prevedibile e organizzabile.
Schumpeter ha individuato due meccanismi di generazione dell' innovazione. Il suo errore è stato di credere che fossero due momenti nel ciclo di sviluppo di un paese e che al primo seguisse sempre il secondo.
Oggi sappiamo  che entrambi sono necessari. Soprattutto la forza dirompente, fuori dagli schemi logici del pensare comune, può facilmente arrivare da piccole imprese e anche dal singolo imprenditore.

Ogni società che in vari modi vanifica, ostacola l' attività creativa del singolo rinuncia ad una importante fonte di rinnovamento. La società che aiuta , che designa spazi virtuali e fisici, che mette a disposizione risorse per la sperimentazione è lungimirante.

Ma questo vale solo per l' innovazione tecnologica o anche per le idee?

Mi sono immaginato i grandi  portatori e generatori di idee e di interessi come i  partiti, i sindacati, i gruppi di potere economico, sociale e politico. Dall' altra parte vedo  l'esperienza del singolo o di piccoli gruppi che a volte riescono ad imporre idee dirompenti.

Una società ha bisogno di entrambi gli attori. Ultimamente pare che i primi siano in crisi. Forse si potrebbe provare con più spazio ai secondi. Quindi, forse, se c'è un palazzone vuoto, meglio lasciarlo ad una nuova esperienza creativa...


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